Il DFF14 apre le proiezioni della prima serata con i documentari, sezione che ci illustra Giuliano Pagliei:
Allafinfinfirifinfinfine (Italy)
Paolo Villaggio, noto ai più come “Fantozzi”, si ritrae, in questo corto girato da Francesco D’Ascenzo, con lucidità e autoironia, consapevole dell’importante ruolo che ha ricoperto all’interno del cinema italiano, pur non privo di rimpianti (Fantozzi personaggio che, come sostiene, ha usato o personaggio da cui è stato inghiottitto?). Consapevolmente disilluso nei confronti delle grandi domande della vita e della religione, si confronta con le paure dei problemi fisici e mentali legati alla vecchiaia. Questo breve scorcio sulla vita di Paolo Villaggio, si rivela oggi un interessante documento biografico che precede di poco la morte del comico.
Eli – A Portrait (Germany)
Attraverso Lumen Nguyen, Eli mostra un coraggioso ritratto si sé. Ruolo primario nel documentario la possibilità di poter condurre lo spettatore in una realtà a lui sconosciuta o a vederne una nota sotto diversi punti di vista. Eli parla, senza sottomettersi a un senso del pudore convenzionale, del proprio rapporto con la sessualità, un rapporto ambiguo (“this decision to not make a decision”) che rifiuta ogni categorizzazione nazionale in quanto riduttiva. Vengono alternate sequenze in cui si osserva la vita quotidiana di Eli, accompagnate dalla sua voice over, ad altre Vlog, nelle quali Eli mostra e racconta i mutamenti fisici che lo interessano a seguito degli interventi cui si sottopone. L’ambiente del festival cinematografico si configura ancora una volta come il luogo ideale in cui poter sensibilizzare il pubblico verso i problemi e le dinamiche LGBT, come in passato aveva mostrato Paris is burning di Jennie Livingston.
I Want to see for myself (South Africa)
L’eredità di Arthur Ashe, che si batté contro le politiche di apartheid del Sud Africa, viene raccolta da Fanyana Hlabangane e mostrata attraverso le esperienze della giovane promessa del tennis Amukelani Mokone prima nell’Arthur Ashe T.C. a Soweto, sotto l’ala del suo coach Oupa Nithuping, poi all’estero.
Il cortometraggio fa uso del montaggio parallelo per alternare fonti storiche e riprese attuali, nelle quali le inquadrature richiamano, pur non prestandosi mai ad una sovrapposizione, la presa diretta sportiva.
My 70’s Vlog (U.K.)
“Maybe this is technology…changing us”: con queste parole Paul Howard Allen chiude
quest’originale Vlog anni ‘70. Un salto tecnologico nel passato verso il Super 8, il celebre formato pellicola introdotto dalla Kodak negli anni ‘60 e che dominò a lungo il mercato del video amatoriale. “Noi apparteniamo a dei dispositivi e agiamo in essi”: il pensiero del filosofo francese Gilles Deleuze viene riproposto al termine di questo breve documentario.
Tra gli anni ‘70 e il mondo odierno si è aperto un divario, non solo tecnologico ma percettivo.
E di conseguenza è cambiato il nostro modo di comportarci. Il Vlog, il video blog,
cinquant’anni fa non solo non sarebbe potuto esistere, non sarebbe stato concepibile.
Tuttavia per quella bassa definizione del passato nasce oggi una sorta di rimpianto: tratto distintivo di molto cinema contemporaneo, teorizzato da Thomas Elsaesser attraverso la nozione di “tecnostalgia”, l’attribuire ad oggetti del mondo tecnologico divenuti ormai obsoleti una sorta di aura museale. “Be kind rewind” di Michel Gondry e “Super 8” di J.J.Abrams ne sono un esempio peculiare. Howard Allen fa proprio questo approccio contemporaneo alla tecnologia obsoleta declinandolo in modo originale.
Semilla (Colombia)
José Javier Castro Hurtado e Sebastián Orozco Betancur spiegano attraverso la propria esperienza personale nell’area rurale di Vereda Arenales, quanto sia importante prendere coscienza del problema dei rifiuti, che si estende a quello dei cambiamenti climatici e che riguarda tutta la società. È un tema al giorno d’oggi sempre più percepito e portato all’attenzione del grande pubblico dalle stesse nazioni che tentano la via di accordi internazionali ma anche dai singoli, le campagne di sensibilizzazione di Greta Thunberg hanno dato il via a quelle della cosidetta “green generation”. Anche il Dieciminuti Film Festival si muove in questa direzione: per la 14esima edizione è stata scelta una campagna di sensibilizzazione per la tutela e la difesa del territorio con la promozione di un evento “Plastic Free”.
Allafinfinfirifinfinfine (Italy)
Paolo Villaggio – widely known for his character Fantozzi – ironically and lucidly depicts himself in this short documentary by Francesco D’Ascenzo. The actor shows clarity of mind when describing his most famous role and its impact on Italian cinema – but not without regrets: was Villaggio able to portray this character or was he absorbed by it? Consciously disillusioned when it comes to the great questions of life and religion, he is forced to face those physical and mental fears that come with old age. This tiny glimpse of Villaggio’s life, filmed shortly before his demise, is an interesting memoir of the actor’s last years.
Eli – A Portrait (Germany)
Eli shows a courageous portrait of himself though Lumen Nguyen. The main aim of this documentary is to guide the spectator through an unknown reality, or at least show some aspects of it. While refusing to adopt any convention on modesty, Eli talks about his very fluid idea of sexuality, by talking about “this decision of not making a decision” – showing a rejection towards any rational label, since conventions seems to be an oversimplification. Eli’s voice accompanies images portraying his everyday life, while other scenes are characterized by Elis’ vlogs, in which he talks about the physical changes experienced after surgery. A film festival screen is once again the ideal platform to raise awareness of LGBT issues, following the trail of Jennie Livingston’s Paris is Burning.
I Want to see for myself (South Africa)
Fanyana Hlabangane documents the legacy of the South African human rights activist Arthur Ashe through the eyes of young tennis player Amukelani Mokone, following the girl’s career at first at the Arthur Ashe Centre in Soweto with her coach Oupa Nithuping, then abroad. The short film uses parallel montages as a means to switch between historical images and more recent footage. This technique aims at mirroring the live recording of sport events.
My 70’s Vlog (U.K.)
“Maybe this is technology… changing us”: it is with these exact words that Paul Howard Allen concludes his original 70s Vlog. A jump back to the past and the Super 8 – the famous film format introduced in the 60s by Kodak, which was for so long the most popular companion among amateur filmmakers. “We belong to apparatuses, and we act within them”: this utterance expressed by the French philosopher Gilles Delouse is the moral of this short documentary. The gap between the 70s and present is not only one of technology but also one of perception. Therefore our behavior has changed as well. Fifty years ago a vlog (short for video blog) would have been not only impossible to make, but also inconceivable. Nevertheless, that kind of low-quality definition is now evoking some kind of nostalgia, which can be seen in many contemporary films, thanks to Thomas Elsaesser’s concept of “technostalgia” – meaning the attribution of a museum like quality to obsolete objects. Michel Gondry’s Be Kind Rewind and J.J Abram’s Super 8 are a perfect example of this phenomenon. Howard Allen portraits this modern approach to obsolete technology in a unique way.
Semilla (Colombia)
José Javier Castro Hurtado and Sebastián Orozco Betancur use their personal experience in the countryside area of Vereda Arenales to reiterate the importance of waste management and, more in general, climate change. This issue is brought to the attention of the public by the same nations that have been trying to reach an international agreement for so long but also by single individuals such as young activist Greta Thunberg. These awareness campaigns have paved the way for the so called “green generation”. DFF has taken quite a few steps in this direction and this year has decided to launch a plastic free campaign to renew its commitment to the safeguard of the environment.